Museo Fortuny

Museo Fortuny

ROBERTO CAPUCCI a Palazzo Fortuny

Roberto Capucci: note biografiche

ROBERTO CAPUCCI:
NOTE BIOGRAFICHE

1930. Nasce a Roma il 2 dicembre.
Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Roma dove ha come maestri Mazzacurati, Avenali, de Libero.
1951. A Roma apre il primo atelier in Via Sistina.
A Firenze presenta le sue creazioni nella villa del Marchese Giovanbattista Giorgini, inventore della Moda italiana.
1952. Prima sfilata alla ‘Sala Bianca’ di Palazzo Pitti a Firenze. Le linee delle creazioni sono inusuali e innovative.
1953. Inventa la ‘Linea Colomba’.
1955. Apre l’atelier in Via Gregoriana, che sarà sempre la sua strada. Lancia la ‘Linea Banjo’.
1956. La stampa internazionale lo acclama come il miglior creatore di moda italiano. Christian Dior si complimenta con lui in pubblico.
1958. Crea la ‘Linea a Scatola’, una vera rivoluzione dal punto di vista tecnico e delle lavorazioni, un’assoluta novità stilistica unica e inimitabile. Inizialmente viene vista con sospetto dalla critica italiana, ma il successo raccolto all’estero spinge anche la stampa nazionale, all’epoca restia alle novità, a cambiare idea e acclamare Capucci. La ‘Linea a Scatola’ rimarrà uno dei segni caratteristici di tutta la carriera di Capucci evolvendosi negli anni.
La Filene’s di Boston, catena di department-store ad altissimo livello in tutto il Nord America, riconosce ogni anno un premio ai migliori creatori di moda nel mondo. A questo riconoscimento la stampa internazionale ha dato l’appellativo di ‘Oscar della Moda’: nel 1958 viene assegnato a Roberto Capucci per l’Italia, a Jim Galanos per gli Stati Uniti del Nord e a Pierre Cardin per la Francia.
1962. Apre l’atelier a Parigi in Rue Cambon. Per la prima collezione parigina realizza il cappotto a ‘Doppio Triangolo’ in organza satinata e i pantaloni ‘Butterfly’ in organza satinata a macro-fiori multicolori. La stampa francese gli rende omaggio, firma un profumo primo tra gli stilisti italiani.
1964. Sempre nuove invenzioni, usa il reps di cotone bianco sfrangiato insieme a Givenchy, disegna una collezione di calzettoni di lana nera con nastri bianchi in controtendenza.
1965. Crea la ‘Linea Optical’: ispirata all’Op-Art’ le lavorazioni sono in tessuti in lana bianca e nera con effetto prospettico e di movimento, vengono realizzati abiti con intrecci di nastri di differenti dimensioni in raso bianchi e neri.
1966. Applicazioni in plastica sui cappelli, ai tacchi delle scarpe, inserti nell’orlo degli abiti, ‘scatole soprabito’ trasparenti.
1968. Torna a Roma dove definitivamente colloca il suo centro creativo in Via Gregoriana e presenta le sue creazioni nell’ambito del calendario della Camera Nazionale dell’Alta Moda.
1970. Il primo dei viaggi in India segna una tappa fondamentale nella sua evoluzione creativa, è una conquista nella ricerca di stili. Per primo attua un’iniziativa di ‘Responsabilità Sociale d’Impresa’ e promuove una produzione locale di abiti donando i suoi disegni alle donne indiane di un piccolo paese del Rajastan.
1971. Per la prima volta la moda è presentata in un museo: a Roma al Museo di Arte Etrusca di Valle Giulia una collezione che rivoluziona completamente la tradizione, che rappresenta una svolta. Creazioni in lane leggere ispirate ai costumi dei pittori Pre-Raffaeliti, con punti lunghi a mano in cordonetto di seta oro e argento, le modelle senza trucco con scarpe basse e capelli naturali.
1972. Disegna tuniche dritte con mini abiti e short.
1976. Abiti in georgette di colori pastello con ricami a canuttiglie argento e colore indossati dalle più famose attrici e cantanti del momento.
1977. ‘Linea Kimono’ in seta stampata, organza, lane secche, taffetas.
1978. L’abito ‘Colonna’ in raso bianco è l’elemento chiave della presentazione e rappresenta l’inizio della fase degli abiti-scultura. L’abito a colonna dorica rappresenta un elemento di rottura con la tradizione sartoriale; la donna che lo indossa è il testimone di un simbolo della storia della decorazione nei secoli, in questo stesso anno utilizza per i suoi abiti anche materiali diversi, inusitati, come juta, paglia, pietre, giunco: accessori montati su basi di georgette in colori freddi e naturali, sabbia, fango, terra di Siena, ocra. Capucci traccia una linea di collegamento con gli artisti materici dell’Arte Povera’.
L’esperienza giovanile dell’Accademia di Belle Arti di Roma con maestri come Mazzacurati, Avenali, de Libero, ritorna forte nella memoria di Capucci che si sente sempre più attratto dall’arte.
1980. Si dimette dalla Camera Nazionale dell’Alta Moda e sfila fuori calendario in sedi da stabilire di volta in volta, «nella città» dice Roberto Capucci «che è pronta ad accogliermi». In questo anno crea il ‘Ventaglio’ simbolo di creatività libera e di ricerca sperimentale queste presentazioni fuori calendario, che hanno il carattere della personale di un artista, sono vissute con molta resistenza dai pubblici influenti di Capucci: Capucci viene osteggiato e talvolta anche boicottato. La stampa però non può comunque fare a meno di registrare le sue performance che risultano sempre sorprendenti rispetto al contesto.
1982. La prima sfilata fuori dagli schemi a Milano, Palazzo Visconti, nella sede della Fondazione Carlo Erba. ‘Arancio’, ‘Violoncello’, angeli neri, abiti in taffetas rosso scuro e viola con decorazioni di rose ispirati ai costumi del ‘700 sono le creazioni di questa collezione.
1983. A Tokyo per la Sumitomo Corporation in occasione della firma di un contratto di licenza con la multinazionale.
1984. All’Ambasciata d’Italia a Parigi.
1985/1989. In questo quinquennio, al fine di ottenere il riconoscimento di Capucci del mondo dell’arte, viene messa in atto una tattica di relazioni pubbliche mirate verso le istituzioni museali internazionali: partecipazione a mostre collettive che trattano tutte le arti decorative seguite da donazioni:
“Varieté de la Mode 1786-1986” – Monaco di Baviera 1986, Münchner Stadtmuseum; “Sessant’anni di vita culturale in Italia” – New York 1986, Columbia University e Roma 1987, Museo di Palazzo Venezia mostra a cura dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani; “Fashion and Surrealism” – New York 1987, Fashion Institute of Technology e Londra 1988, Victoria and Albert Museum.
1985. A New York nella sede dell’Army National Guard Armory – Circolo delle Forze Armate U.S.A. sulla Park Avenue – presenta il ‘Fuoco’ che è l’estremizzazione dell’idea di abito-scultura, con il volume del plissé verso l’alto.
1987. A Roma nella Sala Regia del Museo di Palazzo Venezia propone una collezione che suscita molto clamore anche per l’originalità della sua musica.
1989. A Roma la presentazione alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna sancisce il suo nuovo ruolo di artista del tessuto.
1990. Con la mostra “Roberto Capucci, l’Arte della Moda – Volume, Colore, Metodo” a Palazzo Strozzi a Firenze inizia la stagione delle mostre che lo porterà nei più prestigiosi musei del mondo. La stessa mostra viene portata a Monaco di Baviera al Münchner Stadtmuseum.
1991. A Vienna al Kunsthistorisches Museum viene allestita la mostra “Roberto Capucci, Roben wie Rüstungen” di abiti-scultura con armature da cerimonia del XV secolo e uniformi di gala del XVIII secolo della Famiglia Imperiale Asburgo. Capucci viene nominato Socio Onorario della Kunstlerhaus ed è insignito dell’onorificenza già conferita a Mirò, Tapies, Mondrian; le mostre sono il nuovo elemento di interesse e di attrazione di Capucci che crea pensando alla città che lo accoglierà e gli offrirà onori e stima.
1992. A Berlino nel Teatro Schauspielhaus con i solisti della Kammerensemble des Berliner Sinphonie presenta la sua ultima collezione.
Dopo la caduta del Muro di Berlino Capucci è invitato a Erfurt in Turingia per partecipare a “Configura 1 Kunst in Europa” insieme ad altri 350 artisti del mondo: la ‘Quadriennale dell’Arte dei Paesi Socialisti Sovietici’ viene sostituita dalla ‘Triennale Internazionale delle Arti Applicate’ .
1995. La “Biennale di Venezia” lo invita a partecipare insieme ad altri 20 artisti alle celebrazioni del Centenario dell’Esposizione Internazionale delle Arti Visive. Capucci realizza dodici ‘Architetture in Tessuto’ su richiesta del Direttore della Biennale esposte al Padiglione Italia. Le ‘Architetture in Tessuto’ faranno poi il giro del mondo.
Si chiude un ciclo e si apre una nuova era: la partecipazione ad eventi internazionali d’immagine trasformano il ruolo di Capucci considerato ambasciatore e simbolo della creatività italiana.
1994/2005. Periodo delle ‘Grandi Mostre’:
· Roma 1994. Palazzo delle Esposizioni
· Montefalco (Perugia) 1994. Chiesa di S. Francesco, Arte e colore senza tempo
· Parma 1996. Palazzo della Pilotta Teatro Farnese, Roberto Capucci al Teatro Farnese. In difesa della bellezza
· Roma 2000. Palazzo Colonna, L’Elogio della Bellezza
· Venezia 2001. Tese Cinquecentesche dell’Arsenale, Roberto Capucci Creatività al di là del tempo e Tokyo 2002, Park Hyatt Ozone Hall
· Stoccolma 2001. Nordiska Museet. Roberto Capucci – Mode som Konst
· Madrid 2002. Sala de Exposiciónes de la Fundación Santander-Central Hispano
Vestidos y armaduras – Roberto Capucci – Moda de ayer y hoy en seda y acero
· Varese 2003. Villa Panza di Biumo, Roberto Capucci – Lo stupore della forma
· Gorizia 2004. Musei Provinciali Palazzo Attems-Petzenstein Borgo Castello,
Roberto Capucci – Arte e creatività oltre i confini della moda
· Hasselt 2005. Limburg belga, Stedelijk Modemuseum, Verlufende Modesculpturen – Stupefacenti sculture di Moda
2005/2006. Viene costituita la Fondazione Roberto Capucci con l’Associazione Civita che opera da circa 20 anni nella valorizzazione del patrimonio culturale italiano. La Fondazione ha la finalità di conservare e promuovere la conoscenza del lavoro del Maestro e l’obiettivo di renderlo strumento di formazione e di crescita per la cultura e le idee nella moda, nel design, nell’alto artigianato
la Fondazione è una piattaforma per la selezione e il lancio di giovani talenti e il luogo d’incontro e di genesi di nuove creatività. La Villa Bardini di Firenze in Oltrarno ospiterà la Fondazione: Capucci torna dove ha iniziato e rilancia la sua sfida dando il proprio imprimatur a nuove generazioni di idee
2007. A Firenze nella Villa Bardini, sede del Museo della Fondazione Roberto Capucci, sono organizzati i primi eventi di presentazione dell’attività della Fondazione in collaborazione con l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e Pitti Immagine.