La laguna come metafora di uno spazio fra gli spazi, tra Venezia, la terra e il mare, in continuo mutamento; la nave come espansione dell’architettura in questo spazio acquatico.
Sono alcune delle suggestioni richiamate dall’esposizione, che ben si colloca nel contesto della vocazione primaria del museo dedicato all’eclettico artista spagnolo.
La mostra comprende trenta dipinti a olio di grandi dimensioni, tra cui dittici e trittici, e cinquanta acquerelli, capaci di documentare con vibrante intensità gli ultimi esiti della ricerca dell’artista.
Scrive della sua pittura lo storico dell’architettura Ennio Concina: “La visione, ancora, si rinnova, alcuni altri tratti si fanno evocativamente riconoscibili: arcate e volte, o fabbriche lontane, apparizioni sospese, di isolari irraggiungibili, di altre rive. E sono lineamenti d’una Venezia che non è paesaggio, se non dello spirito”.