La mostra presenta, nel suggestivo ambiente dell’atelier di Mariano, al primo piano nobile di Palazzo Fortuny, oltre cento immagini fotografiche, scattate dall’artista tra il 1890 e il 1935, selezionate dal ricco fondo (11 mila negativi) conservato dal museo, stampate da Giorgio Molinari con attenzione filologica e accurate tecniche capaci di restituirne al meglio i caratteri e le intonazioni, e infine articolate in due grandi sezioni espositive.
La prima, allestita nell’ala sud dell’atelier, propone oltre sessanta panoramiche, scattate da Mariano tra il 1901 e il 1908 con una raffinata Panoram-Kodak n.4.
Esse colpiscono per la stupefacente modernità della tecnica, interpretata con creatività e divertimento nella sperimentazione, consentendo altresì di ripercorrere le tappe del viaggio reale di Fortuny dalla Francia, attraverso la Germania, fino a Venezia, in una singolare e puntuale assonanza con l’itinerario intellettuale e artistico che qui lo conduce, partendo da Proust attraverso Wagner.
A tutto ciò si aggiungano particolarità insolite e curiose come, ad esempio, nella veduta della piazza san Marco, senza il campanile, ripresa dopo il crollo del 1902, o i treni in corsa o le nuvole in primo piano in immagini realizzate volgendo al cielo l’obiettivo.
La seconda sezione è perfettamente integrata nell’ampio spazio principale dell’atelier, che restituisce appieno l’ambiente di Mariano, tra i preziosi tessuti che rivestono interamente le pareti, la collezione di dipinti, le celebri lampade, le testimonianze del lavoro, della ricerca, dei viaggi, oltre a un significativo saggio degli strumenti posti in essere oggi per la tutela e la conservazione dei negativi e la loro riproduzione.
Vengono qui proposte circa cinquanta immagini, scattate tra il 1890 e il 1935: sono visioni intime, album di famiglia, ritratti di amici, personaggi celebri, interni, autoritratti e , ancora, una Venezia minore ripresa in scorci, esterni, persone.
Una selezione di altissima qualità, frutto di stimoli diversi, in cui gli spunti creativi e l’occhio acuto dell’artista maturano e si stemperano nel tempo, testimoniando come Fortuny si impossessi da artista del mezzo fotografico, riuscendo a fondere tecnica ed esito espressivo.
È infatti attraverso l’occhio di Fortuny che la tecnica fotografica diventa vita, di cui la macchina approfondisce e restituisce le complesse percezioni e trasfigurazioni, lasciando ampio spazio alle intenzioni dell’autore.
<*>
Apri il Documento in formato pdf con Acrobat Reader (Puoi scaricare gratuitamente Acrobat Reader dal sito www.adobe.it ), stampalo “fronte/retro” su un foglio di cartoncino A4 ed avrai una guida utile per orientarti in mostra