Cinque grandi padiglioni architettonici, progettati da Axel Vervoordt e dall’architetto Tatsuro Miki in collaborazione con l’ingegnere Jorgen Hempel e costruiti unicamente con l’utilizzo di materiali organici, trasformeranno la Sala Gondola al piano terra del Palazzo. Ogni padiglione è progettato secondo le “sacre” dimensioni, fornendo una rappresentazione concreta degli aspetti proporzionali che i visitatori potranno provare attraverso il percorso negli spazi vuoti.
Il corridoio dietro la Sala Gondola presenta una serie di fotografie giganti raffiguranti cattedrali medievali di Markus Brunetti in un dialogo con una scultura di Eduardo Chillida, un’enorme scultura di Renato Nicolodi, un’installazione imponente di Heinz Mack e un video di Susan Kleinberg basato su una statua di Kairos del Louvre dove ha lavorato con il loro microscopio più potente aprendo un dialogo con il “cosmo in proporzione ad un piccolo ma potente segno della natura”.
L’ultima sala prima di accedere al piano superiore ospita la performance ed installazione dello “Space of Signs Selfie Studio” di Shuji Mukai studiando come i visitatori vivono gli spazi artistici nell’era dell’autorappresentazione e degli onnipresenti social media.
Il mezzanino presenta una scultura non rifinita di Antony Gormley il quale dimostra che Il corpo è esso stesso la prima forma di architettura, accanto al dipinto di Anselm Kiefer in cui come nel cosmo, si è sempre in costruzione, demolizione, ricostruzione.
Il piano nobile, o Piano Fortuny da spazio a molte opere architettoniche, inclusi modelli di Le Corbusier, Erwin Heerich, Ilya e Emilia Kabakov e Richard Meier, tra diverse forme di investigazione artistica delle proporzioni da parte di artisti minimalisti e artisti ZERO appartenenti al ventesimo secolo, ma anche da parte degli antichi maestri. Anche questa stanza presenta una grande biblioteca “ideale” con edizioni antiche di trattati di Vitruvio, Dürer, Alberti, Serlio, Palladio e altri.
Le quattro stanze laterali del salone principale hanno un’atmosfera raccolta e silenziosa e sono dedicate a Hans Op de Beek con il suo video “Night Time” (versione estesa); Anish Kapoor vicino alla splendida opera di Alberto Giacometti; e Fred Sandback insieme a Raoul De Keyser e Brice Marden. L’ultima delle quali dedicata alle proporzioni nel corpo con una nuova opera di Berlinde de Bruyckere, Marta Dell’Angelo ed un video di Henri Foucault.
Il laboratorio di Mariano Fortuny con i suoi dipinti originali alle pareti presenta la sua ricerca sui modelli teatrali con un’opera di Anne-Karin Furunes appositamente pensata per l’esposizione e una scultura di Marisa Merz.
Il secondo piano espone principalmente opere bianche come quelle di Ad Ryman, Agnes Martin, Kees Goudzwaard, Ann Veronica Janssens e Norio Imai, grandi installazioni come una serie di disegni di Massimo Bartolini, una scultura di Lucia Bru e un disegno murale di Sol Lewitt. Nelle sale adiacenti: un’opera di German Otto Boll e un’opera al neon di Francesco Candeloro.
L’ultimo piano, con il padiglione wabi, si concentra sulle proporzioni nel cosmo e nello spazio intergalattico oltre che sulla meditazione e sul silenzio, presentando alcuni artisti coreani Tansaekwa come per esempio Chang-Sup Chung e Chong Hyun Ha.
Per questo piano, Marina Abramovic ha creato un’installazione sonora per questo specifico sito, “Ten thousand stars”, attraverso la quale il pubblico, con delle cuffiette, può intraprendere un viaggio asonico nell’universo, confrontandosi con l’infinito del cielo notturno. L’installazione è anche un invito aperto alla riflessione sulla domanda senza risposta: c’è uno scopo più alto dietro l’ordine delle cose e le proporzioni che regolano l’universo? In che modo gli esseri umani si collocano all’interno di questo ordine?
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A cura di Daniela Ferretti, Axel Vervoordt
Co-prodotta con Axel and May Vervoordt Foundation
Con il supporto di AXEL VERVOORDT GALLERY