Barbara Paganin
Memoria Aperta
Dall’8 marzo al 14 luglio 2014
Palazzo Fortuny, Venezia
Gioielli-racconti che prendono spunto dalle emozioni del proprio passato ma che subito si aprono al mondo esplorando nei ricordi degli altri. Elementi tangibili di una memoria presa in prestito: miniature di ritratti ottocenteschi, animali portafortuna di porcellana, topolini, ippopotami, conigli, elefantini di avorio, una piccola bussola, una regina degli scacchi…È la prima volta che l’artista sceglie di inserire in maniera così sistematica elementi “estranei” e objets trouvés nelle proprie opere. Il lavoro parte dalla ricerca tra le botteghe antiquarie di Venezia a caccia di quei piccoli oggetti, da poter immaginare un tempo conservati gelosamente in un piccolo scrigno di bambina.
La memoria degli altri si fonde con quella personale dell’artista. Alcuni elementi ricorrenti sembrano volerci indicare proprio questo filo conduttore: minuscole scarpe di bambola – smarrite un giorno per strada chissà dove – percorrono a piccoli passi le opere; compaiono all’improvviso, isolate, quasi irriconoscibili, per poi scappare via e ritrovarsi a grappolo su un’altra spilla. E quei “baobab” di vetro multicolore che sovrastano i volti delle giovani dame non sono forse “alberi cavolfiore” tanto cari all’immaginario di Barbara Paganin?
Ogni spilla racconta una storia, che ciascuno può immaginare diversa, adattandola alla propria memoria, al proprio ricordo. Non c’è una sola chiave per interpretarla ma tante chiavi quanti sono i “lettori” di questo album di ricordi composto capitolo dopo capitolo. Le 25 opere infatti sono pensate come un corpus unico, sul quale Barbara Paganin ha lavorato continuativamente negli ultimi due anni, e concepite per essere esposte tutte insieme per la prima volta a Palazzo Fortuny. È la peculiarità del luogo, del Museo stesso, ove coabitano in armonia e scambio le collezioni del passato con l’arte contemporanea, ad aver stimolato l’artista per questo lavoro di dialogo con la memoria e i suoi piccoli oggetti sui quali a volte può poggiare tutta una esistenza da adulti.
Artista veneziana, Barbara Paganin (1961) ha studiato metalli e oreficeria all’istituto Statale d’Arte di Venezia e scultura all’Accademia di Belle Arti sempre a Venezia. Ha lavorato per circa un anno nell’ufficio tecnico di Venini per poi, nel 1987 insegnare disegno professionale e progettazione all’Istituto Statale d’Arte Pietro Selvatico di Padova. Dal 1988 è titolare della cattedra di disegno professionale e progettazione per Arte dei metalli e dell’oreficeria presso l’Istituto Statale d’Arte di Venezia, ora Liceo Artistico Michelangelo Guggenheim dove insegna anche discipline progettuali del Design. Nel 2002 ha insegnato al Master class del Royal College di Londra.
Le sue opere nascono dall’esperienza sui metalli preziosi, ma la sua espressività si evolve nel tempo e la porta a mettersi continuamente alla prova con materiali e tecniche sempre diversi. Impara e fa proprie le tecniche del vetro, delle resine e della porcellana che per esempio si ritrovano nei suoi gioielli, accostati all’oro e all’argento ossidato. Da oltre 25 anni espone regolarmente in gallerie in Europa (per esempio Londra, Vienna, Monaco, Göteborg, Parigi) e New York. È del 1990 la sua prima personale AURA alla Galleria della Fondazione Bevilacqua La Masa. Nel 2008 ha partecipato con oltre trenta opere alla grande mostra collettiva Gioielli d’Autore a Padova.
I suoi lavori sono presenti nelle collezioni permanenti di numerosi musei. Tra questi: V&A di Londra, Musée des Arts Décoratifs di Parigi Metropolitan Museum of Art di New York, Museum of Fine Arts di Boston, Museo d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro a Venezia, Musée des Beaux Arts di Montreal, LACMA di Los Angeles.
Tra i riconoscimenti, nel 1989 ha vinto la borsa di studio Bevilacqua La Masa. Per quanto riguarda i premi ricevuti, tra i più recenti, nel 2006 Glassdressing, Ca’ Rezzonico, Venezia, Museo Revoltella, Trieste. Premio per il miglior progettista della Provincia di Venezia.
A cura di Valeria Accornero
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