LE OPERE IN MOSTRA
Collezione Koelliker
1. Okegawa-dô gusoku (Armatura a piastre rivettate)
Metà del periodo Edo – XVIII secolo
Inv. LKNI0084
Elmo a 62 piastre ricoperto in lacca nera. La corazza a due sezioni è costruita a piastre orizzontali, con costolatura verticale sul fronte, più efficace contro le armi da fuoco. Il simbolo araldico sull’armatura è riconducibile al clan Konuki, della provincia di Mutsu.
2. Nimai-dô gusoku (Armatura con corazza in due sezioni)
Periodo Momoyama – Fine del XVI secolo
Inv. LKNI0088
L’armatura è costruita a piccole piastre individuali legate in seta con un raro motivo a fasce verticali, con lacca e allacciature in due colori. Due i simboli araldici: uno dipinto in lacca-davanti, nascosto sotto il nodowa (protezione dello sterno) e uno traforato sulle braccia, nella versione utilizzata – tra gli altri – dal clan Honda.
3. Nuinobe-dô gusoku (Armatura con piastre grandi)
Periodo Momoyama – Inizio del periodo Edo Inizio del XVII secolo
Inv. LKNI0115
Elmo laccato in rosso firmato Jôshû ju Narishige,
E’ stato aggiunto un jinbaori, la veste senza maniche che tipicamente veniva indossata sopra l’armatura.
4. Nimai-dô gusoku (Armatura con corazza in due sezioni)
Periodo Momoyama – Inizio del periodo Edo Inizio del XVII secolo
Inv. LKNI0118
Come la precedente, anche questa armatura è caratterizzata dagli elementi distintivi degli equipaggiamenti utilizzati dal clan Ii di Hikone: la lacca rossa e un semplice elmo liscio con lunghe corna dorate sul fronte.
5. Nuinobe-dô gusoku (Armatura con piastre grandi)
Periodo Momoyama – Inizio del periodo Edo Inizio del XVII secolo
Inv. LKNI0137
I “diavoli rossi” di Ii Naomasa e i clan a lui collegati usavano indossare equipaggiamenti con caratteristiche ricorrenti, ben evidenti in questa armatura. Erano laccate in rosso, portavano quasi sempre un semplice elmo liscio, e utilizzavano un decoro frontale dorato con lunghe corna stilizzate.
In questo caso – inoltre – la maschera è liscia e senza naso.
I due ideogrammi che decorano l’armatura significano “grande” e “piccolo”.
6. Nimai-dô gusoku (Armatura con corazza in due sezioni)
Metà del periodo Edo – XVIII secolo
Inv. LKNI0114
L’armatura è interamente costruita a piastre individuali ed è pesantissima.
Sono presenti i simboli araldici di due differenti clan. Uno a forma di ventaglio utilizzato dal clan Satake, importanti daimyô del feudo di Akita, l’altro rappresenta sette stelle e fu utilizzato da diverse famiglie. Una di queste – il clan Wada – era preposta all’amministrazione di alcuni territori controllati dai Satake. Si può ipotizzare che un membro della famiglia Satake con scarse possibilità di successione si sia fatto adottare dai Wada, famiglia meno importante ma nella quale avrebbe avuto maggiori poteri. Questa prassi era abbastanza diffusa e serviva anche a consolidare i rapporti militari e politici tra diversi clan.
7. Byôtoji nimai-dô gusoku (Armatura con corazza a piastre con rivetti in evidenza)
Metà del periodo Edo – Fine del XVIII secolo
Inv. LKNI0110
La corazza è in due sezioni, a piastre orizzontali unite con rivetti sagomati a forma di fiore di ciliegio. Sulla destra è una cerniera per aprire la parte inferiore della corazza.
la maschera è di una tipologia rara e rappresenta il volto di un demone, con canini aguzzi e baffi che continuano fino a toccare l’elmo.
8. Gomai-dô gusoku (Armatura con corazza in cinque sezioni)
Metà del periodo Edo – Fine del XVIII secolo
Inv. LKNI0070
La corazza è costruita in cinque sezioni incernierate realizzate a piastre orizzontali che simulano una costruzione lamellare. Su corazza e spallacci è presente un motivo a croce ottenuto con lacca e allacciature in due differenti colori.
9. Nimai-dô gusoku (Armatura con corazza in due sezioni)
Seconda metà del periodo Edo – XIX secolo
Inv. LKNI0090
L’elmo a 62 piastre è firmato Jôshû ju Saotome Iesada ed è antecedente al resto dell’armatura. La pratica di inserire un coppo di elmo più antico quando si faceva costruire una nuova armatura era diffusa tra i samurai di alto rango per poter utilizzare opere di armaioli famosi.
10. Nimai-dô gusoku (Armatura con corazza in due sezioni)
Inizio del periodo Edo – XVII secolo
Inv. LKNI0089
L’armatura è finita in lacca dorata di tipo byakudan. A differenza della più comune laccatura kinpaku, che consiste in una doratura a foglia sugli ultimi strati della lacca, la tecnica byakudan prevede una doratura a livello intermedio, successivamente ricoperta con altri strati di lacca trasparente che scaldano il tono dell’oro sottostante fino a renderlo quasi arancione. A livello tecnico la lavorazione è molto più complessa e lunga, ma il risultato è notevole: anziché una superficie dorata, l’impressione è che ci sia “oro laccato”, con una superficie quasi vetrosa.
11. Nimai-dô gusoku (Armatura con corazza in due sezioni)
Metà del periodo Edo – XVIII secolo
Inv. LKNI0087
Elmo a 24 piastre firmato da Jôshû ju Saotome Ieharu.
La corazza a due sezioni è di altissimo livello ed è interamente realizzata a piastre individuali; i simboli araldici a forma di fiore d’arancio sono in argento finemente lavorato. Armature di questo tipo, di eleganza sobria ma al contempo eseguite con cura dei minimi dettagli, sono tipiche delle migliori committenze durante il XVIII secolo. Si può notare come iniziano a essere recuperati alcuni elementi delle armature medievali, quali la pelle stampata sulla corazza e le corna stilizzate sull’elmo.
12. Byôtoji gomai-dô gusoku (Armatura con corazza a piastre con rivetti in evidenza)
Inizio del periodo Edo – XVII secolo
Inv. LKNI0129
L’elmo a 24 piastre è di tipo hoshi-bachi ed è caratterizzato da lunghi rivetti appuntiti.
La corazza, molto pesante e robusta, è costruita in cinque sezioni, a piastre orizzontali sagomate unite con rivetti e con allacciatura in seta nella parte superiore.
13. Nuinobe-dô gusoku (Armatura con piastre grandi)
Seconda metà del periodo Edo – XIX secolo
Inv. LKNI0138
L’elmo è a forma di copricapo, con eccezionali ornamenti laterali a forma di corna di cervo. Sul davanti è dipinta la calligrafia votiva “Hachiman Dai Bosatsu” (“Grande Bodhisattva Hachiman”), in onore della divinità della guerra nella tradizione Shinto; questa espressione veniva tradizionalmente utilizzata anche come grido di battaglia. La corazza in due sezioni prevede prominenti copri-spalle che sovrastano gli spallacci. Anche il paracosce è di forma rara, con una foggia avvolgente che si rastrema verso le ginocchia, per lasciare maggiore libertà di movimento.
Il simbolo araldico, a forma di gong, è riferibile al clan Andô.
14. Nimai-dô gusoku (Armatura con corazza in due sezioni)
Metà del periodo Edo – XVIII-XIX secolo
Inv. LKNI0171
L’elmo è costruito a 8 piastre ed è ricoperto con applicazioni semisferiche in ferro sbalzato che imitano dei grandi rivetti.
Corazza a due sezioni laccata in oro kinpaku e legata in due colori.
Sebbene di forme semplici e lineari, questa armatura è provvista del nodowa, protezione per la gola che viene aggiunta solo di rado e per committenze importanti.
15. Môgami-dô tosei gusoku (Armatura con corazza a piastre lisce legate)
Metà del periodo Edo – XVIII-XIX secolo
Inv. LKNI0167
L’elmo è costruito con 28 piastre molto spesse e pesanti; sui quattro lati sono applicate piastre riccamente incise e ornate con applicazioni dorate.
La costruzione di tipo môgami non si trova frequentemente nelle corazze, mentre è molto utilizzata per le altre parti dell’armatura. Per poter utilizzare questa tecnica, la corazza viene costruita in cinque sezioni, ognuna delle quali è composta da piastre orizzontali unite con legacci in seta anziché rivettate.
16. Hotoke-dô gusoku (Armatura con corazza liscia)
Metà del periodo Edo – XVIII secolo
Inv. LKNI0142
La corazza è costruita in due sezioni, con costolatura verticale sul fronte e finitura in lacca a imitazione dei decori ageminati in oro e argento. Questo tipo di lavorazione è estremamente rara e il più delle volte si tratta di lavori aggiunti successivamente; in questo caso – invece – la laccatura è originale e di altissima qualità.
17. Gomai-dô tosei gusoku (Armatura con corazza in cinque sezioni)
Inizio del periodo Edo – XVII secolo
Inv. LKNI0111
L’elmo incorpora un coppo risalente al periodo Nambokucho (1336-1392) ed è montato secondo lo stile medievale utilizzato per tutta l’armatura.
La maschera è sbalzata e rappresenta il volto di un demone, con baffi e canini aguzzi.
Sia la corazza che la maschera sono firmati da Myôchin Kunimichi, che data l’armatura come eseguita tra il 1663 e il 1673.
L’armatura è documentata nei disegni di Myôchin Muneyoshi (1852-1940) che ne riparò la maschera; la proprietà era di un membro della famiglia Matsudaira Takiwaki, L’armatura è ricchissima, di un livello troppo alto perché un daimyô di un feudo così piccolo potesse permettersela. Inoltre il simbolo araldico di tipo aoi, qui applicato dovunque, poteva essere utilizzato solamente da poche branche del clan Matsudaira per cui è verosimile che in origine questa appartenesse a un membro del ramo principale. Il simbolo araldico secondario con fiore kikyo, emblema dei Takiwaki, sembra applicato successivamente. E’ quindi plausibile ipotizzare che fosse un dono a Nobutaka nel 1698 quando divenne daimyô.
18. Nimai-dô gusoku (Armatura con corazza in due sezioni)
Metà del periodo Edo – XVIII secolo
Inv. LKNI0139
L’elmo a 62 piastre è decorato con un singolare ornamento frontale che è in effetti una vera conchiglia dorata.
Tutta l’armatura è realizzata a piccole scaglie individuali allacciate in seta.
19. Nimai-dô gusoku (Armatura con corazza in due sezioni)
Metà del periodo Edo – XIX secolo
Inv. LKNI0117
L’elmo a 64 piastre è decorato con il simbolo araldico del clan Koide. L’armatura è accompagnata da una lettera datata 13 maggio 1883 indirizzata a un precedente proprietario, firmata Koide Kunisaburo.
20. Okegawa-dô gusoku (Armatura a piastre rivettate)
Metà del periodo Edo – XVIII secolo
Inv. LKNI0133
Elmo a 62 piastre con una protezione per il collo a piastre lisce. Le altre parti dell’armatura sono costruite con lo stesso stile, mentre nella corazza le piastre orizzontali sono rivettate, fatta eccezione per le prime tre.
All’interno è presente una firma in lacca rossa “Iwai Yoshikazu”.
21. Tatehagi okegawa-dô gusoku (Armatura a piastre verticali rivettate)
Seconda metà del periodo Edo – XIX secolo
Inv. LKNI0100
L’elmo a 18 piastre di forma semisferica riprende la forma degli esemplari medievali.
La corazza è costruita a piastre verticali rivettate, con una leggera costolatura al centro. Il paracosce di tipo hôdô è una caratteristica abbastanza rara; si tratta di un raddoppio della protezione nella parte inferiore, con parti pendenti che ripetono lo stile del paragrembo.
I bordi di tutta l’armatura sono ricoperti in pelle dorata oppure in argento a torciglione.
Il simbolo araldico che decora tutte le singole parti dell’equipaggiamento è a forma di ventaglio nella variante utilizzata dal clan Akita, daimyô di Mihara (Mutsu).
22. Tatehagi okegawa gomai-dô gusoku (Armatura in cinque sezioni a piastre verticali rivettate)
Fine periodo Muromachi – periodo Momoyama – XVII secolo
Inv. LKNI0141
Elmo a 62 piastre firmato da Munehisa e datato 1534. La costruzione è quella tipica degli elmi dell’armaiolo, con quattro ordini di rivetti che fissano piastre piatte e sottili. I grandi spallacci e l’elegante maschera risalgono anch’essi al periodo Muromachi. La corazza a piastre verticali è costruita in cinque sezioni, con una leggera costolatura al centro, ed è firmata per esteso da Munesuke, che ha curato il restauro dell’armatura all’inizio del periodo Edo, formando probabilmente l’armatura così come la vediamo oggi.
23. Yukinoshita-dô gusoku (Armatura in cinque sezioni di tipo “yukinoshita”)
Fine del periodo Edo – XIX secolo
Inv. LKNI0170
La corazza di tipo yukinoshita prevede che ognuna delle cinque parti sia costruita con un’unica piastra di ferro e che queste siano unite con cerniere metalliche in luogo delle legature di seta. E’ presente una firma estesa che recita “Myôchin Munetae nello stile di Yukinoshita Hisaie” con data 1803 e iscrizioni votive a Benzaiten, Marishiten e Daikokuten. Queste tre divinità formano il cosiddetto “trio divino” (santen) invocato durante il periodo Edo come portatore di ricchezza e benessere.
Elmo e corazza sono interamente ageminati in oro e argento con draghi e divinità, mentre sugli spallacci le decorazioni sono state applicate successivamente.
24. Byôtoji okegawa-dô gusoku (Armatura con corazza a piastre con rivetti in evidenza)
Metà del periodo Edo – XVIII-XIX secolo
Inv. LKNI0164
L’elmo a 62 piastre è firmato Saotome Moriie.
La corazza in due sezioni lascia in evidenza le teste dei rivetti che uniscono le piastre orizzontali. Le altre parti della corazza, così come tutte le ultime piastre delle altre parti dell’armatura, sono decorate con pelle dorata impressa.
25. Nimai-dô gusoku (Armatura con corazza in due sezioni)
Metà del periodo Edo – XVIII-XIX secolo
Inv. LKNI0163
L’armatura include un elmo a 62 piastre e una corazza a due sezioni con lacca e allacciatura in due colori.
Sono inoltre presenti delle protezioni che coprono la parte laterale del torace, appena sotto le ascelle; tali elementi – che prendono il nome di wakibiki – sono piuttosto rari e non sono presenti in nessun’altra armatura della Collezione.
26. Nerikawa nimai-dô gusoku (Armatura in pelle con corazza in due sezioni)
Seconda metà del periodo Edo – XIX secolo
Inv. LKNI0166
A eccezione dei copri spalla e dei paramani, tutta l’armatura è costruita in nerikawa, ovvero in pelle bollita e modellata. L’elmo, apparentemente di tipo lamellare, è in realtà realizzato in pelle, con bordure applicate che imitano un suji-bachi. Lo stesso tipo di lavorazione è stata eseguita per la corazza e le altre componenti dell’equipaggiamento. La costruzione in pelle, le vistose variazioni cromatiche e la forma sagomata delle piastre sono elementi distintivi delle armature eseguite nella regione di Kaga durante la seconda parte del periodo Edo. Il simbolo araldico, di tipo fuji, è riferibile al clan Naito.
27. Dô-maru gusoku (Armatura con corazza senza cerniere)
Fine del periodo Edo – XIX secolo
Inv. LKNI0132
L’elmo di forma semisferica a 28 piastre riprende la tipologia di elmo in voga durante il periodo medievale. Lo stesso stile è ripreso anche per i grandi spallacci nonché per la costruzione di tipo dô-maru – ovvero in unico elemento – della corazza. La maschera è costruita con il naso rivettato non staccabile ed è decorata con incisioni parallele su tutta la superficie; sembrerebbe quindi essere di epoca anteriore al resto dell’armatura e risalire all’inizio del periodo Edo.
E’ presente un interessante set di sangu (insieme delle tre protezioni per gli arti superiori e inferiori): le braccia sono protette da una casacca completa alle cui maniche sono state cucite le protezioni, mentre le gambe prevedono un raro haidate, realizzato come una sorta di pantalone cui sono attaccate 88 piastre a forma di “S”.
28. Hotoke-dô gusoku (Armatura con corazza liscia)
Seconda metà del periodo Edo – XIX secolo
Inv. LKNI0127
Questa straordinaria armatura è caratterizzata dai rivestimenti in pelle di razza (same). Questo tipo di lavorazione è estremamente rara e si conoscono pochissime armature con inserti così estesi di questo costoso materiale. La pelle di razza è presente da sempre nella tradizione dei samurai, essendo il materiale con il quale viene rivestita l’impugnatura della spada.
Altre parti dell’armatura sono decorate in lacca con inserti di scaglie di madreperla.
29. Nimai-dô gusoku (Armatura con corazza in due sezioni)
Seconda metà del periodo Edo XIX secolo
Inv. LKNI0128
Tutta l’armatura è realizzata in pelle bollita (nerikawa), ad eccezione della protezione per il collo, che è in ferro. L’elmo è costruito ad imitazione di un suji-bachi ed è decorato con piume di pavone e con uno straordinario ornamento posteriore creato con una coda di felino selvatico. La maschera è di tipo hôate e copre mento e guance lasciando scoperto il naso. Le maniche sono di tipo bishamon-gote e incorporano protezioni supplementari per le spalle per essere indossati anche senza spallacci.
30. Kawa-toji nimai-dô gusoku (Armatura con corazza in pelle con legature in evidenza)
Seconda metà del periodo Edo XIX secolo
Inv. LKNI0169
Questo fantasioso esemplare porta molte caratteristiche tipiche della produzione della zona di Kaga durante il periodo Edo. L’elmo è in pelle laccata ed è ornato con decorazioni originali ricoperte di crine. La corazza a due sezioni è realizzata in pelle cucita e una simile lavorazione è ripetuta sulle maniche. Un’altra caratteristica delle armature di Kaga, qui ben evidente, è l’utilizzo di una tinta diversa per la decorazione dell’ultima piastra nelle parti mobili.
31. Dô-maru gusoku (Armatura con corazza senza cerniere)
Fine del periodo Edo XIX secolo
Inv. LKNI0162
L’elmo a 22 piastre è decorato con ricche decorazioni dorate ed è attribuito a Myôchin Munemasa. La corazza di tipo dô-maru è realizzata con piastre alternate di pelle e ferro e legature multicolori. Le applicazioni dorate che impreziosiscono questa armatura in ogni sua parte sono di alto livello; lavorate in altorilievo e traforate a motivi floreali, costituiscono un importante elemento decorativo indice di una importante committenza. Il simbolo araldico a forma di gong è riferibile al clan Andô.
32. Kuwagata-nari kawari kabuto (Elmo straordinario a forma di corna stilizzate)
Inizio del periodo Edo XVII secolo
Inv. LKNI0106
Le decorazioni sui lati dell’elmo rappresentano le estremità dei kuwagata,-tradizionale ornamento frontale degli elmi medievali che raffigura -corna di cervo stilizzate. Si tratta di una tipologia molto rara, che esula dalle forme tradizionali.
33. Nyudo zunari kawari kabuto (Elmo straordinario a forma di testa di monaco)
Periodo Momoyama – inizio del periodo Edo XVI-XVII secolo
Inv. LKNI0065
Seguendo l’iconografia tradizionale per rappresentare i monaci buddisti, questo elmo è realizzato a forma di testa rasata con orecchie giganti, sopracciglia e fronte aggrottata. Un’opera calligrafica sulla sommità dell’elmo riporta una poesia di Kamo Mabuchi (1697 – 1796), tra fiori e petali di ciliegio : “Se qualcuno mi chiedesse/ dello spirito del Giappone,/ risponderei che è nei fiori del ciliegio selvatico/ in piena fioritura/ quando riflettono il sole del mattino.”
34. Suji-bachi kabuto e menpô (Elmo a struttura lamellare e maschera)
Periodo Edo XVII-XIX secolo
Inv. LKNI0175
Il coppo a 62 piastre è pesantissimo, e probabilmente risale al XVII secolo. Durante la seconda metà del periodo Edo è stato poi rimontato e decorato con applicazioni dorate di altissimo livello. Le ultime file di nodi sono ricoperti in lacca rossa. La maschera è firmata Tomomichi.
35. Za-boshi so fukurin kabuto a 32 piastre (Elmo a struttura lamellare con rivetti decorati)
Inizio del periodo Edo XVII secolo
Inv. LKNI0182
Elmi realizzati in questo stile sono abbastanza rari, poiché tradizionalmente le piastre degli elmi di questo tipo hanno i rivetti ribattuti e sono eventualmente decorate con shinodare. In questo caso i rivetti sono invece ben evidenziati dalla doratura e dall’utilizzo di rondelle decorative (za-boshi).
36. Koboshi kabuto a 16 piastre (Elmo a struttura lamellare con rivetti sporgenti)
Inizio del periodo Edo XVII secolo
Inv. LKNI0179
Il coppo è firmato Jôshû ju Saotome Iesada. Iesada è il quarto maestro della scuola Saotome e lavorò nella provincia di Hitachi al principio del periodo Edo, classificato tra i migliori fabbri, con l’attributo di Jo Jo I (eccellente). Lo stile di questo elmo è inusuale, con larghe piastre laccate e corti shinodare che affiancano le file di rivetti.
37. Koboshi kabuto a 62 piastre e ressei men (Elmo a struttura lamellare con rivetti sporgenti e maschera)
Metà del period Edo XVIII secolo
Inv. LKNI0270
Sia il coppo che la maschera sono firmati “Neo Masanobu”, uno degli armaioli più rinomati del periodo Edo, che operò verso il 1700 e lavorò soprattutto a Nara, diventando famoso per aver creato elmi a 120 piastre di altissimo livello. Il grande cerchio dorato che orna l’elmo rappresenta un sole; si conoscono altri elmi di Neo Masanobu con lo stesso decoro.
38. Momonari-bachi kawari kabuto (Elmo straordinario a forma di pesca)
Inizio del periodo Edo XVIII secolo
Inv. LKNI0107
La visiera e la giuntura centrale sono decorati in lacca d’oro, con girali floreali e fondo nashiji (“a buccia di pera”). I grandi ornamenti laterali in legno dorato rappresentano le sezioni di una vongola.
39. So-fukurin suji-bachi kabuto (Elmo a struttura lamellare con bordi ricoperti)
Periodo Momoyama – Inizio del periodo Edo XVII secolo
Inv. LKNI0092
Il coppo è composto da 62 piastre realizzate a forma di “S”, così che tra ogni coppia di suji la piastra risulti convessa e quindi maggiormente resistente agli impatti.L’ornamento del foro superiore a sette livelli è a forma di crisantemo, come tipico degli elmi tra XVI e XVII secolo.
40. Suji-bachi kabuto (Elmo a struttura lamellare)
Seconda metà del periodo Edo XIX secolo
Inv. LKNI0180
Questo interessante elmo è decorato su ogni piastra con un corto shinodare con la parte terminale arrotondata, per creare il disegno di un crisantemo.
41. Momonari suji-bachi kabuto (Elmo straordinario a forma di pesca)
Inizio del periodo Edo XVII secolo
Inv. LKNI0174
Sebbene la forma momonari sia nata per costruire in modo semplice elmi con un elevato potere difensivo, questo è realizzato con una complessa costruzione a 32 piastre parallele, segno di una committenza di alto rango. Il coppo risale al XVII secolo ed è stato successivamente rimontato.
42. Momonari koboshi kabuto (Elmo straordinario a forma di pesca)
Periodo Momoyama Fine del XVI secolo
Inv. LKNI0178
Anche in questo caso la forma momonari è stata utilizzata con una costruzione complessa, con 62 piastre e rivetti prominenti. La protezione per il collo è molto ampia e prende il nome di kasa-shikoro (”a ombrello”).
43. Shinominari kabuto (Elmo straordinario a forma di ghianda)
Inizio del periodo Edo XVII secolo
Inv. LKNI0271
Questa forma di elmo riprende il profilo di una ghianda. La costruzione in sei larghe piastre e il tipo di decori applicati suggeriscono una attribuzione alla scuola Unkai. Il simbolo araldico applicato sulla visiera è di tipo aoi, in una rara versione con le punte delle foglie di malva rivolte verso l’esterno.
44. Momonari-bachi kawari kabuto (Elmo straordinario a forma di pesca)
Seconda metà del periodo Edo XIX secolo
Inv. LKNI0086
Elmo in cinque piastre con applicazioni in ferro sbalzato. La costolatura posteriore è coperta dal corpo di un drago la cui testa – rimovibile – fa capolino dalla cima dell’elmo. La protezione per il collo è eseguita nello stile della provincia di Kaga, con l’ultima piastra laccata in maniera diversa dalle altre e l’interno in oro, a indicare un alto rango del possessore. Questa caratteristica assieme ad altre, permette di attribuire l’elmo alla scuola Unkai. Un sistema meccanico consente la rapida rimozione della parte inferiore del coppo e dello shikoro, forse per adattare l’elmo a diverse armature.
45. Okitenugui kabuto (Elmo straordinario a forma di fazzoletto)
Periodo Momoyama Fine del XVI secolo
Inv. LKNI0177
Il coppo è firmato Kishû uji jû Nagahisa ed è costruito con pesanti piastre rivettate, imitando la forma di un fazzoletto (tenugui) legato alla testa. Questa forma fu impiegata soprattutto dai fabbri di Saika – nella privincia di Kii- che ne perfezionarono la costruzione per renderlo resistente alle armi da fuoco. Come è usuale per gli elmi di scuola Saika, sono applicate decorazioni traforate sui lati e un paio di sopracciglia sbalzate.
46. Zaboshi tenkokuzannari kabuto (Elmo di forma concava)
Inizio del periodo Edo XVII secolo
Inv. LKNI0176
Questo elmo di forma tenkokuzan – ovvero avvallato al centro – è impreziosito da rivetti e rondelle e da applicazioni sagomate che suggeriscono una attribuzione alla scuola Saika.
47. Mattônari kawari kabuto (Elmo straordinario a forma di copricapo)
Metà del periodo Edo XVIII secolo
Inv. LKNI0181
L’elmo è realizzato a sbalzo (uchidashi) a forma di copricapo morbido. La superficie è laccata con lacca mista a limatura di ferro per imitare il metallo. I simboli araldici sono una variante del tipo choji (garofano).
48. Ushigashira kawari kabuto (Elmo straordinario a forma di testa bovina)
Inizio del periodo Edo XVII secolo
Inv. LKNI0085
Costruito con una sovrastruttura in cartapesta e lacca che simula la testa bovina in maniera naturalistica, questo elmo rappresenta un unico nel suo genere e potrebbe essere appartenuto a un membro del clan Kuroda, i cui elmi erano spesso adornati con lunghe corna analoghe a queste.
49. Sazaenari kawari kabuto (Elmo straordinario a forma di conchiglia)
Prima metà del periodo Edo XVIII secolo
Inv. LKNI0172
Il coppo è lavorato interamente a sbalzo ed è ricavato da un’unica lastra di ferro. Sia la forma a conchiglia che il difficilissimo tipo di lavorazione sono caratteristiche della scuola di Ryôei, armaiolo noto quasi solo attraverso le firme dei celebri elmi sbalzati. Il suo vero nome era Ohara Katsunari e durante il periodo Enpo (1673 – 1681) divenne allievo di Fukushima Kunitaka, già esperto nelle tecniche di lavoro a sbalzo.
50. Awabinari kawari kabuto (Elmo straordinario a forma di conchiglia)
Inizio del periodo Edo XVII secolo
Inv. LKNI0158
L’elmo è composto da due piastre lavorate a sbalzo e giuntate al centro per mezzo di un’ampia cresta, probabilmente in origine coperta da un ornamento applicato, come nel caso dell’ esemplare virtualmente identico che è conservato al Iyeyasu And Mikawa Bushi Museum di Okazaki.L’interno è laccato in oro.
51. Kumagashira kawari kabuto (Elmo straordinario a forma di testa di orso)
Fine del periodo Edo – periodo Meiji XIX secolo
Inv. LKNI0173
Sebbene questo straordinario elmo sia pubblicato come risalente al periodo Edo, è più probabile che la datazione corretta vada spostata alla fine del XIX secolo.
52. Kawari kabuto (Elmo straordinario)
Metà del periodo Edo XVIII secolo
Inv. LKNI0116
Elmo con sovrastruttura in pelle laccata a forma di onda con cinque file di lunghi rivetti sporgenti. Le alette laterali sagomate e l’utilizzo di pelle impressa sono tipici della produzione della scuola Unkai di Kaga, così come la forma della sovrastruttura in pelle indurita.
Sebbene siano conosciuti altri elmi con questa forma, la letteratura specializzata non ha un nome preciso per caratterizzarli.
53. Uchidashi-bachi kawari kabuto (Elmo straordinario lavorato a sbalzo)
Fine del periodo Edo XIX secolo
Inv. LKNI0186
Questo raro elmo è lavorato a sbalzo da un’unica lastra di metallo fino a ottenere una fortissima estrusione in forma di drago, molto curata nei dettagli. Anche la visiera è ricavata dalla stessa lastra di ferro. Uniche applicazioni le corna del drago e la piastra perimetrale esterno sagomata.
54. Ichimonji Jingasa (Copricapo piatto)
Fine del periodo Edo XIX secolo
Inv. LKNI0236
Il jingasa è tipicamente il copricapo da battaglia dei soldati di basso rango, molto più economico e semplice del kabuto.Non mancano tuttavia, come in questo caso, jingasa più raffinati, destinati a samurai che preferissero indossare qualcosa di più leggero durante l’esecuzione di mansioni “civili” o in contesti non ufficiali.Il jingasa imita il copricapo in paglia normalmente utilizzato dalla popolazione (kasa). Le forme che può assumere sono diverse; in questo caso – una sagoma quasi piatta che sembra uno scudo – si parla di ichimonji (“linea dritta”).
55. Ressei men (Maschera con espressione feroce)
Metà del periodo Edo XVIII secolo
Inv. LKNI0147
Menpô in ferro con naso rivettato non rimovibile.
I lineamenti naturalistici, che includono le orecchie e definite rughe d’espressione, suggeriscono una attribuzione ad un armaiolo della scuola Myôchin.
56. Ryûbu men (Maschera con espressione marziale)
Metà del periodo Edo XVIII secolo
Inv. LKNI0183
Menpô in ferro con naso incernierato rimovibile.
Le decorazioni applicate in ferro a forma di ramo di ciliegio sono caratteristiche della scuola Unkai di Kaga. Come usuale per maschere di questo tipo, la superficie è trattata lasciando segni paralleli di limatura, in questo caso leggerissimi e quasi impercettibili.
Lo yodarekake è provvisto di parti mobili incernierate che permettono la protezione completa del collo.
57. Ressei men (Maschera con espressione feroce)
Metà del periodo Edo XVIII secolo
Inv. LKNI0159
Menpô in ferro con naso rimovibile.
I lineamenti naturalistici e ben definiti rimandano alla scuola Myôchin.
58. Ryûbu men (Maschera con espressione marziale)
Seconda metà del periodo Edo XVIII secolo
Inv. LKNI0149
Menpô in ferro con naso incernierato rimovibile.
Come tipico per le maschere di questo tipo prodotte dalla scuola Myôchin, sono presenti due yadome sagomati. Tali elementi, che sostituiscono altri tipi di ganci o anelli nella funzione di tenere fermi i lacci dell’elmo, fungono anche da rinforzo per la struttura del menpô stesso.
59. Mandate (Ornamento frontale per elmo)
Metà del periodo Edo XVIII secolo
Inv. LKNI0226
Ornamento frontale per elmo, realizzato in ferro a forma di farfalla.
Sebbene il significato simbolico della farfalla sia legato al concetto di morte e rinascita, in Giappone questo insetto rappresenta principalmente la bellezza e l’eleganza femminile e fu utilizzato nelle decorazioni sia della classe aristocratica che di quella guerriera, apparendo nei simboli araldici di importanti clan, tra cui gli Oda e gli Ikeda.
60. Mandate (Ornamento frontale per elmo)
Metà del periodo Edo XVIII secolo
Inv. LKNI0227
Ornamento frontale per elmo, realizzato in legno laccato e dorato a forma di coniglio che salta. Come segno dello zodiaco cinese, il coniglio è caratterizzato da longevità, forza e coraggio.
61. Mandate (Ornamento frontale per elmo)
Metà del periodo Edo XVIII secolo
Inv. LKNI0228
Ornamento frontale per elmo, realizzato in legno laccato a forma di falco in picchiata. Falchi e aquile sono sempre stati tra le decorazioni preferite dai samurai per la loro natura fiera e irruente e per la vivace intelligenza che contraddistingue il loro modo di cacciare.
62. Mandate (Ornamento frontale per elmo)
Metà del periodo Edo XVIII secolo
Inv. LKNI0299
Ornamento frontale per elmo, realizzato in legno dorato a forma di aragosta. Il significato dell’aragosta è quello augurale di longevità, per via delle coda ricurva che ricorda la schiena arcuata di una persona anziana.
63. Mandate (Ornamento frontale per elmo)
Prima metà del periodo Edo XVIII secolo
Inv. LKNI0229
Ornamento frontale per elmo, realizzato in legno dorato a forma di testa di shikami, una delle figure più ricorrenti nell’iconografia dei maedate. Essendo raffigurato sempre come un demone dall’espressione più o meno feroce, si tratta di una decorazione adatta allo spirito marziale che l’armatura doveva avere.
64. Saihai (Bastone di comando)
Periodo Momoyama – inizio del periodo Edo XVI-XVII secolo
Inv. LKNI0150
Questo esemplare di saihai è costruito seguendo i modelli di scettri occidentali, di dimensione allungata e con le fettucce di carta attaccate direttamente al bastone.
Nato come strumento per comandare le truppe, il saihai si trasforma durante il periodo Edo in un accessorio da indossare assieme all’armatura quale simbolo di potere.
65. Saihai (Bastone di comando)
Seconda metà del periodo Edo XIX secolo
Inv. LKNI0222
Bastone di comando di elevata qualità, con decorazioni in lacca maki-e a motivo di libellule. Il tema delle libellule è ancora oggi molto popolare in Giappone e simboleggia i valori di forza e coraggio.
66. Kago hankyu (Arco e frecce da viaggio)
Fine del periodo Edo XIX secolo
Inv. LKNI0168
Il kago hankyu è uno yumi-dai da viaggio, di dimensioni adatte per essere trasportato all’interno di un palanchino. Include un arco e alcune frecce. Questo raro esemplare è firmato Kobayashi Masaoku.I tre simboli araldici che decorano tutte le superfici della faretra, utilizzati contemporaneamente, furono impiegati da alcuni rami del clan Matsudaira durante i primi decenni del XIX secolo.
67. Ebira (Faretra)
Fine del periodo Edo XIX secolo
Inv. LKNI0217
Utilizzata fin dal periodo medievale, questo tipo di faretra “a giorno” lasciava le frecce completamente a vista, legate assieme e con le punte infilate nell’alloggiamento inferiore protette da appositi divisori.
Questo esemplare è di ottimo livello e porta sul fronte ben evidente il simbolo araldico di tipo aoi del clan Tokugawa.
68. Utsubo (Faretra)
Metà del periodo Edo XVIII secolo
Inv. LKNI0201
L’utsubo è una faretra da viaggio, interamente chiusa. Sul lato, un grande coperchio in pelle permette di accedere all’interno per riporvi le frecce, che andavano inserite con la punta rivolta verso il basso in appositi alloggi. Questo esemplare è ricoperto da pelo d’orso per proteggere maggiormente l’interno dalla pioggia.
69. Accessori per archibugio
Seconda metà del periodo Edo XIX secolo
Inv. LKNI232A_H
Set composto da una fiasca per polvere, quattro contenitori per cariche e un porta palle. Ogni elemento è decorato in lacca mura nashiji (“a buccia di pera non uniforme”) e porta un simbolo araldico di tipo aoi .
70. Tachi in uchigatana koshirae
Scuola Ko Mihara, provincia di Bingo, periodo Nanbokucho
Nagasa (lunghezza della lama): 62,7 cm.
Inv. LKNI0268
La scuola Mihara fu fondata, secondo la tradizione, da Masaie nei primi anni del 1300 presso la provincia di Bingo, oggi parte meridionale della Prefettura di Hiroshima. Sotto forti influenze della tradizione Yamato il gruppo di artigiani della scuola Ko-Mihara lavorò tra la fine del periodo Kamakura e tutto il Nambokucho. Le lame Mihara prodotto successivamente al periodo Nanbokucho vengono denominate Chu, Sue o Kai Mihara. La lama ha una montatura di tipo uchigatana con finiture in shakudo nanako e oro. Come le armature subirono profondi mutamenti quando i samurai abbandonarono il combattimento a cavallo, così anche le spade dovettero essere adattate al nuovo modo di combattere, infilate direttamente nella obi (specie di cintura indossata sotto l’armatura) con il tagliente rivolto verso l’alto. Per facilitare l’estrazione si produssero quindi lame più corte rispetto al periodo precedente, mentre chi voleva utilizzare spade più antiche – come in questo caso – ne ridusse le dimensioni.
71. Kodachi
Den Tomotsugu (Kaga no kuni), periodo Muromachi
Nagasa (lunghezza della lama): 51,2 cm.
Inv. LKNI0214
La lama ha una montatura più recente di tipo itomaki koshirae con finiture in lega shakudo ed è provvista di una copertura in pelo di orso contro la pioggia. Le spade con una lunghezza inferiore ai 60 cm. ma montate come un tachi regolare vengono chiamate kodachi (“tachi piccolo”) e venivano presumibilmente utilizzate da samurai giovani quando indossavano l’armatura.
72. 73. 74. 75. 76. 77. 78.
Tachi koshirae (Montature per spada)
Periodo Edo
Inv. LKNI0216, Inv. LKNI0200, Inv. LKNI0165, Inv. LKNI0187, Inv. LKNI0161, Inv. LKNI0188, Inv. LKNI0233
Montature di questo stile, con lacca decorata con simboli araldici e fornimenti in metallo sono le più tradizionali e raffinate. Sebbene i primi esemplari risalgono al periodo Muromachi, la produzione di questo tipo di montature rimase pressoché invariata fino alla fine del periodo Edo e oltre. Si tratta delle montature che venivano in genere utilizzate quando veniva indossata l’armatura, portate appese con il filo della lama rivolto verso il basso.