CRONOLOGIA DEL GIAPPONE ANTICO
Dalle origini all’era classica (X millennio a.C. – 1185 d.C.)
Se le più lontane origini della civiltà giapponese risalgono al X millennio a. C., è solo del 57 d. C. la prima citazione, cinese, dei giapponesi come « popolo di Wa, formato da più di un centinaio di tribù».
Tra il III e il VIII secolo, nell’area di Yamato si stabilisce un centro politico dominante, da dove trae origine la forma di governo imperiale. In questa fase si diffonde il buddhismo e si organizza lo stato su un modello politico-amministrativo cinese .
All’VIII secolo risalgono lo sviluppo di uno stato giapponese autonomo e i resoconti leggendari della sua nascita dalla scintoista dea del sole.
il Periodo Heian , tra il 794 e il 1185, è un’epoca di assimilazione della cultura cinese e buddhista e di sviluppo della letteratura e dell’arte (al IX secolo risale, ad esempio, il Genji Monogatari, il primo racconto della storia della letteratura). Il potere dell’imperatore è influenzato dai reggenti del clan Fujiwara
Il medioevo nipponico e i samurai (1185/1868)
All’inizio di questa lunghissima fase, il potere dell’imperatore inizia a indebolirsi e si affermano clan familiari. L’esercito permanente al servizio dello Shōgun (sorta di generale supremo) o dei daymō (feudatari) appartiene a una casta guerriera, buke, i cui componenti sono detti bushi.
Periodo Kamakura (1185-1333)
È in questo periodo che le guardie del palazzo imperiale prendono il nome di samurai, ovvero “coloro che prestano servizio”. Minamoto Yoritomo diventa Shōgun e impone un governo militare (bakufu) con sede a Kamakura, confinando l’imperatore al ruolo di sacerdote dello shintoismo.
Con questo nuovo sistema politico, i samurai diventano la classe egemone. Nel 1333 lo shogunato dei Minamoto viene abolito, con una breve restaurazione del potere imperiale sotto la protezione del clan Ashikaga.
Periodo Muromachi (1333-1573)
La restaurazione del potere imperiale dura tre anni: nel 1336 il clan degli Ashikaga ripristina lo shogunato e domina fino al 1573 con la presa di Kyoto da parte del generale Oda Nobunaga.
È l’epoca leggendaria delle guerre fra clan rivali, con due corti imperiali contrapposte e il paese diviso in decine di feudi perennemente in lotta. Due i periodi fondamentali di quest’era tormentata: Nanboku-cho (“delle corti del Nord e del Sud”, 1336-1392), e Sengoku (“degli stati combattenti” 1467-1573).
In quest’epoca il nome samurai è riservato ai soldati della corte imperiale, i goshozamurai e in seguito è esteso ai guerrieri autorizzati a portare la spada lunga (katana) e la corta (wakizashi) e posti al servizio di un signore.
Periodo Azuchi-Momoyama (1573-1603)
Questi anni sono dominati dalle figure di tre grandi condottieri che riunificano il Giappone, Oda Nobunaga, Toyotomi Hideyoshi e Tokugawa Ieyasu che, vincendo la decisiva battaglia di Sekigahara, porta infine il paese alla pace. Azuchi-Momoyama sono i nomi delle fortezze della città di Toyotomi Hideyoshi presso Fushimi.
Toyotomi Hideyoshi (1536-1598), figlio di contadini, non può accedere alla casta dei samurai e deve accontentarsi del titolo più modesto di taiko, ma sarà lui a stabilire che solo i samurai possano portare armi.
Dopo che Tokugawa Ieyasu vince la battaglia di Sekigahara (1600), lo shogunato diventa ereditario del suo clan.
Periodo Edo (1603-1867)
In questa fase domina il governo militare (shogunato) del clan dei Tokugawa, con capitale Edo, l’odierna Tokio. É un periodo di pace (a parte due episodi di assedio al castello di Osaka) in cui la classe di guerrieri si trasforma lentamente in una classe di amministratori.
Il Giappone rimane una nazione completamente chiusa al mondo esterno fino al 1867, anno in cui il potere imperiale è restaurato e lo shogunato definitivamente abolito.
Con l’abolizione dei feudi del 1869 i samurai vengono incorporati col nome di shizoku nella nobiltà del Giappone moderno.