Museo Fortuny

Museo Fortuny

UN MONDO DI CARTA - Isabelle de Borchgrave incontra Mariano Fortuny

Isabelle de Borchgrave

ISABELLE DE BORCHGRAVE

Percorso artistico
Isabelle de Borchgrave, nata a Bruxelles nel 1946, è fin dall’infanzia disegnatrice instancabile. Iscritta a 14 anni ai corsi di arte grafica del Centro di Arti Decorative della città natale, continua a disegnare e approfondire le differenti tecniche di pittura.
Muove i primi passi nel mondo della moda e dei tessuti verso i diciassette anni, dipingendo sui suoi vestiti e poi su quelli delle amiche.
Presto, forte di un successo crescente, decide di aprire un atelier di alta moda, La Tour de Bébelle , ove realizza abiti e foulard ma anche gioielli e accessori, in cui lei dipinge su seta, cuoio, pelle di cammello o feltro, e cerca di sfruttare tutti i materiali possibili, stampando di notte i tessuti, mentre di giorno i sarti confezionano i modelli per soddisfare richieste sempre più esigenti…
Partendo dal recupero di ritagli di stoffa dei suoi abiti per creare cuscini o tende, progressivamente finisce col lasciare la moda per rivolgersi soprattutto al design di tessuti e complementi d’arredo. Disegna quindi linee di biancheria e di servizi in ceramica per la casa , varie collezioni di tessuti sempre noti con il nome di La Tour de Bébelle.
Nel 1998, un nuovo cambiamento: dopo aver visitato una mostra di Yves Saint Laurent al Metropolitan di New York, decide di realizzare a Mulhouse la mostra Papiers à la Mode.
La prima edizione di 30 costumi si arricchisce nel tempo e con i viaggi: in Giappone nel 2002 e in Turchia, nel 2003, con 15 kaftani. Per il Giappone, bramoso di conoscere l’arte e la storia dell’occidente, Isabelle realizza in carta, a partire dai ritratti, i costumi di personaggi storici come Elisabetta I, Maria Antonietta, Madame Pompadour, l’imperatrice Eugenia ; in Turchia, una sorta di harem maschile ossia un costume femminile – ispirato a un quadro di Liotard – circondato da kaftani turchi.
Isabelle ha lasciato dunque il tessuto per la carta, che diventa un nuovo terreno di sperimentazione per originali produzioni artistiche e seriali
Le edizioni della mostra realizzate a Parigi e al ModeNatie di Anversa sono altri punti di svolta: non più solo illustrazione in carta della storia della moda ma vera installazione. La messa in scena e l’estetica si completano con un approccio storico e didattico
Ora, una nuova sfida e un nuovo approccio con la mostra a palazzo Fortuny, di cui Isabelle “si appropria”, conducendoci nel sogno e nel mondo di Mariano.

Le fonti d’ispirazione e le tecniche
Tra le sue fonti di ispirazione, un ruolo importante è svolto – come per Fortuny- dalle impressioni di viaggio: dei luoghi in cui si trova, individua i colori e li fissa sulla carta; dipinge scene di strada, vedute di giardini, interni di palazzi, atteggiamenti, abiti, paesaggi al tramonto. Attraverso il pennello, Isabelle scaccia le energie negative, la tristezza e il dolore. Il grigiore non ha spazio nelle sue opere. Assolutamente ottimista, getta gioie e sogni sulla tela e ritiene che “ sebbene la pittura sia una tecnica, essa deve restare prima di tutto un gioco,un divertimento, un piacere”. Alla ricerca di opacità o di effetti brillanti e di trasparenze, mescola tutte le tecniche pittoriche: gouache, carboncino, gesso, pastello, olio, acquarello.
“Bisogna osservare molto per poter reinventare, disegnare molto per padroneggiare il tratto e quando la tecnica è ormai totalmente introitata, lascia posto al gesto libero, alla creazione pura”, dice Isabelle. Questo vale per le tecniche pittoriche ma anche per la sua straordinaria capacità di lavorare con la carta.
Parte da un semplice foglio di carta (sempre lo stesso tipo di carta per modelli, di un metro per un metro e cinquanta), su cui interviene con la pittura, con le mani, con l’acqua.
La pittura , sapientemente usata , può produrre effetti di velluto o di seta, aumentare lo spessore, creare texture; con le mani la carta è pressata, curvata, plissettata, arricciata, stropicciata, trasformata; con l’acqua si modificano la consistenza, i colori, si ottengono trasparenze e motivi.
Evidente è l’eredità culturale fiamminga: ancora “osservare- dice Isabelle- i maestri fiamminghi e ammirare con quanta padronanza hanno lavorato la stoffa per raggiungere gli spessori e le morbidezze volute, l’effetto cangiante di una seta, la delicatezza di un merletto e l’oro di un gioiello”.
Altra primaria fonte d ‘ispirazione è la materia. Isabelle sa attingere da tutto ciò che le capita sotto mano: un pezzo di legno raccolto al bordo dell’acqua, pergamene trovate in un cassetto dimenticato, vecchie carte da parati consumate dal tempo, cartoni abbandonati…
Nel suo atelier di Bruxelles, crea, dipinge, disegna e costruisce su un grande tavolo coperto di lino da cui man mano emerge il lavoro.
Quell’atelier oggi è un punto di riferimento per le più qualificate case di produzione del mondo, che qui , confrontandosi col suo talento ineguagliabile e la sua creatività in continua evoluzione, le commissionano creazioni tessili e cartacee.
Anche qui, un’assonanza con Fortuny, di cui Isabelle si sente “figlia spirituale”