Mariano Fortuny y Madrazo nasce a Granada nel 1871.
Figlio d’arte e assai presto inserito nel gran mondo parigino, compie innanzitutto studi pittorici.
Diciottenne si stabilisce a Venezia, ove frequenta circoli accademici e cenacoli artistici internazionali: tra i suoi amici Gabriele D’Annunzio, Ugo Ojetti, Eleonora Duse, Hugo von Hofmannsthal, la marchesa Casati, Giovanni Boldini, il principe Fritz Hohenlohe-Waldenburg.
Dopo un viaggio a Bayreuth, fortemente attratto dalla musica di Richard Wagner, volge i suoi interessi dalla pittura alla scenografia e all’illuminotecnica.
L’intento è quello di realizzare la piena unione tra significato ultimo della musica e pittura teatrale.
Nel 1900 realizza alcune scene e costumi per la prima assoluta del Tristano e Isotta alla Scala di Milano. Contemporaneamente inizia a prender corpo l’idea della “Cupola”, cioè quel sistema illuminotecnico complesso che libererà la scenografia teatrale dalle rigide impostazioni tradizionali mediante l’uso della luce indiretta e diffusa.
L’ambiente teatrale parigino (da Adolphe Appia a Sarah Bernardt ) gli dimostra attenzione, ma è poi con la mecenate contessa di Bearn che la rivoluzione scenotecnica di Fortuny trova completa applicazione: tra il 1903 e 1906 il teatro privato della contessa viene dotato di un sistema integrato e rinnovato di cupola, luce indiretta, proiezione di cieli colorati e nuvole: è la fama.
Il sistema di Fortuny, prodotto dall’AEG, trova applicazione nei maggiori teatri tedeschi.
Ma la creatività di Mariano cerca stimoli nuovi: inizia a creare stoffe e tessuti stampati, in sodalizio con Henriette, che sposerà nel 1924. Con lei crea Delphos, l’abito in seta plissettata che lo rende famoso in tutto il mondo.
Nel 1919 a Venezia, alla Giudecca, fonda la fabbrica per la produzione industriale delle sue stoffe in cotone e apre boutique nelle maggiori capitali europee.
Nel frattempo decora e illumina palazzi e musei in tutta Europa, riceve riconoscimenti e titoli onorifici. Non vengono meno, in questi anni sempre più intensi, l’interesse – e le commissioni – per il teatro e la scenografia. Sono di questi anni l’installazione della sua “Cupola” presso il Teatro La Scala di Milano e del 1929 l’applicazione del suo dispositivo scenotecnico per la realizzazione dei “Carri di Tespi” itineranti.
Degli anni Trenta sono altre invenzioni: dalla carta da stampa fotografica ai colori a “Tempera Fortuny” e agli interventi illuminotecnici sui grandi cicli pittorici veneziani di Tintoretto a San Rocco e di Carpaccio a San Giorgio. Sul finire del decennio, Mariano si ritira nella sua sfarzosa dimora di San Beneto, dove riprende lo studio della pittura e raccoglie le memorie della sua eclettica attività.
Muore nel 1949 e viene sepolto al Verano, a Roma, accanto all’illustre padre Mariano Fortuny Marsal.
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ITA / Mariano Fortuny e il suo Palazzo (PDF 872 Kb) – in breve
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