Museo Fortuny

Museo Fortuny

Percorsi e collezioni

Gli atelier di Mariano Fortuny

Secondo piano, gli atelier di Mariano Fortuny

Al secondo piano sono riproposte le abilità e le sperimentazioni di Mariano in molteplici campi artistici: il dietro le quinte delle sue creazioni. La genialità dell’artista spagnolo è esemplificata in quattro focus: l’incisione, la stampa su stoffa, la fotografia, il teatro e l’illuminotecnica.
In questo piano è possibile visitare per la prima volta lo studio-biblioteca di Fortuny, scrigno colmo di cose preziose, oggetti d’uso, curiosità, strumenti e rari volumi di arte e tecnica.

L’INCISIONE
In quest’area dedicata all’incisione i due Fortuny, padre e figlio, si incontrano idealmente sotto il segno di un’arte da entrambi ammirata, collezionata e soprattutto praticata in modo esemplare, tanto da esercitare un notevole influsso su contemporanei e seguaci, per stili, temi e procedimenti.
Da un lato il chiaroscuro di tradizione goyesca del padre, con incisioni che conciliano una vasta gamma di grigi con una grafica brillante e trasparente, dall’altro le opere del figlio, caratterizzate da una diversa densità che privilegia la consistenza rispetto alle sfumature. Mariano Fortuny y Madrazo si dedicò prevalentemente all’incisione su metallo – rame e zinco – e alla relativa stampa disponendo, a Palazzo Pesaro degli Orfei, di un laboratorio di incisione e due torchi, uno antico e uno moderno e elettrico, qui esposti.
Anche in ambito incisorio Madrazo si contraddistinse per versatilità e sperimentazione. Egli sviluppò una tecnica personale e inedita di lavoro con l’acquaforte e l’acquatinta, utilizzando un trapano elettrico per uso odontoiatrico – tutt’ora presente nella sua biblioteca privata – per ottenere originali effetti sia ottici che tattili apprezzabili nella texture delle stampe, quali il movimento dell’erba e delle foglie o la matericità della pietra. Fortuny fu un pioniere nell’utilizzo di questo strumento che fu introdotto nei testi tecnici di arte incisoria e similmente impiegato da altri artisti solo a partire dalla seconda metà del XX secolo.

 

LA STAMPA SU TESSUTO
L’avventura creativa di Mariano Fortuny nel campo tessile, intrapresa e percorsa in simbiosi con la compagna di vita Henriette, ebbe inizio verso il 1905 nel sottotetto di Palazzo Pesaro degli Orfei, nelle forme di un piccolo laboratorio per la sperimentazione su colori e processi d’impressione che, in pochi anni, divenne una vera e propria fabbrica in cui, negli anni Venti del Novecento, prestavano la propria opera un centinaio di lavoranti.
Gli esemplari qui esposti sono testimonianza della peculiarità della produzione tessile Fortuny, ovvero la capacità di ricreare l’illusione degli antichi tessuti operati attraverso la tecnica della stampa.
Suggestioni tratte da epoche e culture diverse, attraverso fonti indirette – repertori iconografici, studi, pubblicazioni – e dirette – in primis la collezione di famiglia di tessuti antichi – sono reinterpretate dall’artista spagnolo in una colta e raffinata rielaborazione e trascritte in un moderno linguaggio atemporale.
Inizialmente la stampa su tessuto fu realizzata adottando il procedimento dell’impressione diretta, tramite l’uso di matrici in legno.
Nel 1910 Fortuny brevettò un originale e complesso sistema per la realizzazione di teli di grandi dimensioni, basato sull’utilizzo di un processo di tipo fotoserigrafico. Le matrici per la stampa potevano essere applicate su telai fissi o utilizzate sotto forma di bande continue, con la possibilità di utilizzare anche più bande in successione corrispondenti a più disegni e colori, attivando così un moderno processo di impressione meccanica rotativa.

 

LA FOTOGRAFIA
Nel suo eclettismo artistico Fortuny praticò anche la fotografia, sperimentando l’uso di diverse apparecchiature, tecniche di ripresa, sviluppo e stampa fino a brevettare egli stesso, nel 1933, una speciale carta fotografica, la “Carta Fortuny”, in grado di conferire all’immagine impressa l’aspetto materico del disegno o dell’incisione e garantirne la perfetta inalterabilità alla luce.
Nelle sale laterali è possibile ammirare una selezione di fotografie realizzate da Mariano e dalla moglie Henriette, stampe originali e riproduzioni moderne tratte da negativi su pellicola e lastra di vetro. Le immagini appartengono al vasto archivio fotografico tutt’ora conservato a Palazzo Fortuny, un corpus nato dalla commistione da parte dell’artista spagnolo dell’uso della fotografia come strumento funzionale alla sua creazione in altri ambiti – pittura, teatro, stoffe – e la spontanea registrazione del suo quotidiano. Sono immagini che costituiscono un ideale e immenso album di spunti, visioni e ricordi: autoritratti e ritratti di famiglia, nudi femminili, interni di dimore, fonti d’ispirazione e esiti della sua produzione in ambito teatrale e tessile. E poi Venezia, Parigi, Granada, i ritratti di amici, artisti e personaggi eccentrici, come la marchesa Luisa Casati, prima acquirente dell’iconico abito Delphos. Il soggetto prediletto, immortalato in innumerevoli pose, resterà tuttavia sempre lei, la compagna di sempre, nella vita e nell’arte: Henriette Nigrin.

 

IL TEATRO E L’ILLUMINOTECNICA
La riforma teatrale di Fortuny nasce da una riflessione sulla luce naturale e da una serie di esperimenti avviati nel sottotetto di Palazzo Pesaro degli Orfei negli anni Novanta dell’Ottocento e perfezionati a Parigi agli inizi del Novecento.
Alla base della poetica teatrale di Mariano vi è l’intento di abolire i cosiddetti “cieli”, ovvero i fondali dipinti utilizzati nella scenografia tradizionale per l’effetto en plein air, sostituendoli con un sistema di proiezioni mobili volte a creare sulla scena suggestive e naturalistiche atmosfere luminose.
Fortuny progetta il “Sistema Fortuny”, un dispositivo composto da un elemento scenotecnico – una calotta di ferro e stoffa che ingloba la scena fungendo da enorme riflettore, detta Cupola Fortuny – e da un metodo d’illuminazione indiretto realizzato con lampade ad arco e sofisticati dispositivi illuminotecnici in raso di seta colorato e specchi. L’apparato illuminotecnico era controllabile a distanza e l’illuminazione regolabile nell’intensità.
Il modello per il Teatro di Bayreuth realizzato nel 1903 e qui esposto esemplifica la complessa riforma fortunyana, adottata nel corso della prima metà del Novecento dai maggiori teatri d’Europa.
Le soluzioni illuminotecniche utilizzate in ambito teatrale trovarono una fortunata declinazione anche nel campo del design d’interni con la produzione in serie delle “Lampade a diffusore Fortuny”, lampade a luce indiretta – a soffitto, a piantana o da tavolo – commercializzate dalla Società Leonardo da Vinci di Milano a partire dagli anni Venti del Novecento e di cui si possono qui ammirare i prototipi.

 

LA BIBLIOTECA PRIVATA DI MARIANO FORTUNY
Vero cuore pulsante del palazzo, snodo centrale della fabbrica-laboratorio, la biblioteca privata di Mariano Fortuny è un luogo fantastico e magico, un vero e proprio cabinet d’amateur, una wunderkammer colma di cose preziose, oggetti d’uso, curiosità, strumenti e volumi rari.
La sala, illuminata da quattro meravigliosi finestroni gotici, si caratterizza per la presenza lungo tutte le pareti di librerie a telai scorrevoli realizzati con stoffe Fortuny, scaffali, vetrine e armadi disegnati e adattati dallo stesso Mariano in cui sono contenuti i suoi tesori di bibliofilo: antichi trattati di architettura e prospettiva, l’intera Encyclopédie di Diderot e d’Alambert, raccolte di incisioni, riviste, preziosi volumi di storia, arte, arti applicate, scienze e tecnica.
Stupefacente è il contenuto degli armadi a ribalta: più di centocinquanta album, assemblati, ordinati e rilegati da Mariano e Henriette, e rivestiti con i cotoni stampati Fortuny. Uno straordinario repertorio di immagini, ritagli, fotografie, schizzi e appunti, raccolti e classificati in modo meticoloso e ordinato, a formare un immenso prontuario di motivi decorativi tratti da dipinti, miniature, decori e fregi architettonici, mosaici, sculture, stoffe, arazzi, costumi, armi e ceramiche di ogni paese e ogni epoca. Queste molteplici suggestioni, per Mariano fonti d’ispirazione per la creazione dei leggendari tessuti stampati, permettono oggi una chiave di lettura del suo background culturale ed estetico.

 

Foto © Massimo Listri


 

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ITA / Mariano Fortuny e il suo Palazzo (PDF 872 Kb) – in breve
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